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Sì unanime di Palazzo all’Accademia navale

I diplomati all'Istituto Nautico frequentando i due anni dell’Accademia nautica potranno saltare i 36 mesi d’imbarco necessari per ottenere il patentino per la
carriera sul mare. A dimostrazione di come la sensibilità su questi temi sia anche politicamente trasversale il voto all'unanimità
(34 favorevoli su 34 presenti) con cui il Consiglio comunale l’altra sera ha votato l’ingresso della stessa amministrazione nella Fondazione che dà vita all’Accademia. Su proposta dello stesso sindaco Roberto Cosolini e dell’assessore all'educazione
Antonella Grim, il Consiglio comunale ha approvato uno stanziamento una tantum per la costituzione del patrimonio della
Fondazione di 15mila euro da suddividersi in tre annualità dal 2015 al 2017. I soggetti fondatori dell’Accademia sono Istituto
Nautico, Camera di commercio, Collegio Capitani, Confindustria Venezia Giulia, Consorzio enti di formazione Fvg, Fincantieri,
Insiel, Italia marittima, Ogs, Inter-rail, Ocean, Pertot ecologia e servizi, To Delta, Università di Trieste, Wartsila, Provincia, Guardia costiera ausiliaria, Venice maritime school.
La nuova Accademia nautica è stata al centro nei giorni scorsi dell’ultimo incontro del Propeller club dove il capitano di fregata
della Capitaneria di Porto Paolo Masella ha evidenziato come l'Accademia sia «un'importante offerta a tutto il cluster marittimo» e il presidente del Collegio capitani di Trieste Mario Carobolante ha sottolineato la complessità e la varietà del ruolo degli ufficiali e dei comandanti in particolare. L'Accademia, come ha spiegato la preside del Nautico Donatella Bigotti partirà formando una prima tranche di venti allievi: «Fra qualche mese inizieranno i corsi per allievi ufficiali di Coperta e di Macchina, poi contiamo di affiancare altri indirizzi». Il vicepreside Bruno Zvech ha ricordato il lungo percorso per la costituzione dell’Accademia che ha visto protagonisti i maggiori gruppi imprenditoriali legati allo shipping e le istituzioni pubbliche. «È il frutto - ha sottolineato - di una “vision” che ha consentito di unire i soggetti più disparati pur in una città litigiosa».

FONTE: IL PICCOLO – 5 ottobre 2015

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