Sul versante opposto Nerio Nesladek sindaco di Muggia, latore di una proposta che non mancherà di far discutere: «Un’area franca potrebbe essere collocata alle Noghere e condivisa con aziende slovene. So che il sindaco di Capodistria sarebbe d’accordo».
Stefano Visintin, presidente dell’Associazione spedizionieri del porto si è detto portavoce di persone innamorate del Punto Franco,ma ha fatto una dichiarazione lapidaria ed epocale: «Noi spedizionieri rinunciamo a questi magazzini storici del Porto Vecchio inadatti ai traffici e vincolati dalle Belle Arti per ora e per sempre». Poi vi ha aggiunto tutta una serie di distinguo, tra le quali la gravi manchevolezze dello Stato italiano che non ha mai emanato il regolamento sul Punto Franco nonostante lo prevedesse la legge 84 vecchia di ventuno anni.
Improntati all’ottimismo gli interventi del senatore Francesco Russo: «Con la sdemanializzazione sciolto un nodo gordiano che avviluppava da decenni questa città», e del sindaco Roberto Cosolini: «Il Porto Vecchio era già vecchio alla fine dell’Ottocento. Ora il Punto Franco raddoppierà il proprio valore perché sarà tolto in una zona dove era di ostacolo e sarà aggiunto in aree a servizio di nuovi terminalisti o imprenditori ». Sulla stessa linea il presidente di Confindustria Venezia Giulia Sergio Razeto: «Lì il Punto Franco non serve, ma non serve nemmeno nel porto industriale dove è stato tolto perché faceva più danni che vantaggi.
Bisogna spostarlo deve può essere effettivamente utile». Il dibattito in cui la giurista Sandra Primiceri ha illustrato diversi tipi di Zone franche esistenti al
mondo e che è stato introdotto dal presidente del Propeller club Fabrizio Zerbini e moderato dal giornalista Riccardo Coretti ha visto la contestazione esterna da parte degli attivisti di Territorio Libero. Alla fine ci ha pensato il prefetto Francesca Adelaide Garufi a raffreddare alcuni entusiasmi e anche a distribuire alcune bacchettate: «Lo spostamento è il meno, bisogna fare una razionalizzazione complessiva del porto che evidentemente non è stata fatta da anni. Non possono un giorno attraccare i traghetti albanesi per i quali serve l’area franca e il giorno dopo allo stesso ormeggio quelli greci per i quali non serve. Non possono intasarsi le
strade cittadine di Tir agli ingressi come è successo non più tardi di sabato scorso. Dunque sarà un’operazione lunga e difficile».
Punto Franco, tramonta lo spostamento a Fernetti
19 Febbraio 2015