Già oggi il Giappone movimenta sul Porto di Trieste circa 5500 contenitori l'anno, due terzi dei quali sono costituiti da export italiano, con una crescita nell'ultimo anno del 30%. Il protocollo sul Porto firmato oggi prevede un'alleanza tra gli scali di Trieste e di Shimizu finalizzata a tre obiettivi: l'espansione delle relazioni economiche tra Friuli Venezia Giulia e l'area di Shizuoka (dove sono situati gli stabilimenti Honda, Toyota, Suzuki e Yamaha), lo scambio di risorse e strumenti per la crescita di operazioni portuali e flotte mercantili, l'espansione dell'attività nei mercati internazionali dei servizi (trasporti marittimi e corridoi di trasporto internazionali).
«Per sviluppare i traffici riteniamo che vadano attivati rapporti con una serie di sistemi internazionali - ha rilevato Zeno D'Agostino, presidente dell'Authority di Trieste - e crediamo che uno scalo riconosciuto quale porto di successo come Trieste abbia delle esperienze da scambiare utilmente con il porto di Shimizu, come stiamo facendo con altri porti non solo asiatici ma anche africani e mediorientali». Il presidente dell'Autorità di sistema ha, inoltre, illustrato agli ospiti le caratteristiche del Porto franco e le potenzialità che ne discendono dopo l'entrata in vigore del decreto attuativo. «L'allocazione di attività giapponesi nel territorio europeo e nello specifico nei nostri Punti franchi - ha detto D'Agostino - è un tema importante».
La firma della risoluzione è stata preceduta da una visita della delegazione giapponese nello scalo, della cui strategia si è detto "ammirato" il vicegovernatore della prefettura di Shizuoka,Takashi Namba.
Porto di Trieste, firmata un’allenza con lo scalo giapponese di Shimizu
28 Agosto 2017