Lo ha detto chiaramente ieri sera Debora Serracchiani alla tavola rotonda incentrata sull’impianto di Gas Natural previsto a Zaule e organizzata dal Propeller club. «La nostra non è una contrarietà pregiudiziale agli impianti di rigassificazione ma è incentrata su questo tipo di impianto in questa specifica ubicazione - ha spie-gato la presidente - la consideriamo un’opera invasiva in porto e già incompatibile con gli attuali flussi di traffico (osservazione che sarà poi contestata da alcuni operatori), ma soprattutto non sostenibile con il futuro sviluppo delle infrastrutture. Ancora, prendiamo atto che non è più considerata un’opera strategica dall’Unione europea che prevede genericamente un rigassificatore in Alto Adriatico e ha già suscitato la contrarietà ufficiale della Slovenia. Infine va rilevato che la Valutazione d’impatto ambientale favorevole al rigassificatore è invece ancora aperta con obiezioni forti e pregnanti sul gasdotto che dovrebbe collegare l’impianto alla rete».
«La relazione Via che pure si conclude con il parere favorevole sul rigassificatore - ha calcato la mano il commissario dell’Autorità portuale Zeno D’Agostino - mette in rilievo come l’attuale progetto del me-tanodotto sia incompatibile con il traffico delle navi e dunque vada cambiato. Nel Piano regolatore del porto l’impianto di rigassificazione non è previsto e al Tavolo del Mise ribadirò la mia più netta contrarietà -ha proseguito D’Agostino - In questo caso mi trovo su una linea di perfetta continuità con chi mi ha preceduto alla Torre del Lloyd».
Nell'incontro introdotto dal presidente del Propeller club Fabrizio Zerbini e moderato da Riccardo Coretti, su analoghe posizioni di contrarietà si sono espressi sia l’assessore comunale all’Ambiente Umberto Laureni che il sindaco di Muggia Nerio Nesladek, che la pre-sidente della Provincia Maria Teresa Bassa Poropat. Paolo Rovis, consigliere comunale di Ncd ha rifatto il percorso storico evidenziando come nei primi anni del progetto che affonda nel lontano 2004 fossero favorevoli buona parte delle forze politiche e secondo un sondaggio anche il 51% dei cittadini di Trieste. In questo senso apprezzabile l’outing del sindaco Roberto Cosolini: «Ebbene sì, ho cambiato idea e non ho paura a dirlo. L’ho fatto perché le carenze documentali da parte di Gas Natural, che non ha mai accettato il contraddittorio con la popolazione, sono state pesanti e ripetute e per-ché si sarebbe creato il rischio che lo scalo di Trieste venisse considerato a livello nazionale un porto energetico con conseguente dirottamento, magari a Venezia, di container e traghetti». Ulrike Andres, presidente Siot, ha lanciato un vero e proprio appello ai politici presenti perché si battano contro il rigassificatore «perché i nostri azionisti - ha denunciato - non sarebbero affatto contenti se un gasdotto passasse sotto i nostri pontili e potrebbero dirottare le petroliere, che ormai sono oltre 500 all’anno, a Marsiglia».
Ma la discussione si è animata nel finale con il presidente degli Agenti marittimi Piero Busan che ha sottolineato che «tutte le opportunità che porta-no lavoro vanno valutate con attenzione» e Michela Cattaruzza di Confindustria Venezia Giulia che ha ricordato come Gas Natural prevedesse «500 milioni di investimenti con forti ricadute sul territorio». La questione del traffico marittimo ha scatenato Franco Tonelli capo dei Piloti del porto: «Troviamo tutte le contrarietà che vogliamo al rigassificatore, ma non certo l’ingorgo in mare: cento metaniere all’anno non bloccano un bel nulla. I politici non possono parlare di ciò che non sanno; se smonto un orologio e mi avanzano quattro rotelline vuol dire che non sono un orologiaio».