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Fiscalità: Serracchiani a Renzi, il Porto franco di Trieste diventi “no tax area”

La proposta, inviata anche al ministro dell'Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan e a quello dello Sviluppo economico Carlo Calenda, fa a seguito alle nuove condizioni in conseguenza della cosiddetta Brexit.
"È noto - ha scritto Serracchiani - che l'uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea impegnerà gli Stati membri in un processo di straordinaria complessità, ulteriormente complicata da probabili riflessi sistemici sulle economie, al momento difficilmente misurabili. In questo scenario, desta particolare interesse la proposta, ripresa anche dalla stampa nazionale, di istituire nel nostro Paese alcune No Tax Areas, finalizzate ad attrarre investimenti".
"È in tale prospettiva, e con particolare riguardo all'individuazione geografica di tali aree, che porto alla Tua attenzione la peculiare opportunità rappresentata da questa regione", ha indicato Serracchiani al capo del Governo, riferendosi "a Trieste come sede di un porto franco che rappresenta un autentico unicum  nell'ordinamento giuridico italiano e comunitario".
Si tratterebbe, in concreto, di uno strumento caratterizzato, essenzialmente, da due regimi: la massima libertà di accesso e transito e l'extradoganalità (o extraterritorialità doganale), con benefici che potrebbero assicurare la libertà di transito e la libera circolazione all'interno del Porto franco.
Serracchiani ha infine evidenziato che "un'altra peculiarità del regime in parola, è che attività quali la manipolazione (imballaggio, etichettatura ecc.) e la trasformazione anche di carattere industriale delle merci avvengono in completa libertà da ogni vincolo doganale".
A questo proposito, l'Autorità Portuale di Trieste, grazie ai provvedimenti di spostamento delle aree del Punto franco di Porto Vecchio, conseguenti alle recenti norme nazionali sulla sdemanializzazione, ha già esteso i benefici del Punto franco triestino ad alcune aree retro portuali: aree nelle quali potranno essere collocate, con procedure semplificate, attività industriali e logistiche passibili di beneficiare dei vantaggi appena descritti, in un habitat  fiscale e doganale assolutamente unico nel panorama europeo.
Sulla base di queste considerazioni, Serracchiani ha concluso dichiarandosi "certa che il presidente del Consiglio sappia cogliere le potenzialità di moltiplicatore attrattivo di investimenti di cui il Porto franco triestino sarebbe capace ove, alla peculiare collocazione baricentrica rispetto al Centro Europa, si saldassero le prerogative di una No Tax Area: con intuibili ricadute positive sull'intero Sistema Paese".

Riccardo CorettiFiscalità: Serracchiani a Renzi, il Porto franco di Trieste diventi “no tax area”