«Lo scalo triestino, così come l'autostradaA4 - rivela - è stato confermato quale infrastruttura strategica d'interesse europeo
e gli sono state riconosciute le caratteristiche per diventare progetto-pilota adatto alla sperimentazione di nuovi strumenti di finanziamento».
Il riferimento è al rapporto dei coordinatori dei Corridoi europei appunto per l'impiego di nuovi metodi di finanziamento alle infrastrutture. Si tratta di un documento che mira a individuare come i progetti di infrastrutture di trasporto possano far il miglior uso di schemi finanziari innovativi in particolare attraverso il Fondo europeo per gli investimenti strategici. «In particolare per il
Corridoio Adriatico-Baltico sono stati identificati tre progetti - ha spiegato a margine Serracchiani - due coinvolgono il porto fluviale di Vienna, il terzo è centrato sul porto di Trieste, potenziale beneficiario degli strumenti standard della Bei».
È lo stesso rapporto al quale farà riferimento in chiusura di convegno, non avendo sentito l’intervento della governatrice, anche il commissario dell’Authority triestina Zeno D’Agostino. «Ultimamente c’è un rigore maggiore nell'assegnare fondi pubblici per le infrastrutture - specifica D’Agostino - e il Piano regolatore del porto di Trieste che sta per essere approvato si connota nella
generalità degli scali italiani proprio per la preponderante componente privata nei finanziamenti
infrastrutturali». «Trieste con poche decine di migliaia di euro si sta rimettendo in gioco», afferma il sindaco Roberto Cosolini e Fabrizio Zerbini, presidente di Trieste marine terminal e del Propeller club aggiunge che che ogni riferimento all'offshore di Venezia non è casuale. «Ma delle infrastrutture non bisogna innamorarsi - ammonisce il commissario - servono anche
altre risorse, ad esempio essere in grado di dialogare con Roma nel momento in cui si decide la riforma».
È sempre sullo stesso punto dunque che si va a parare. «Sono stati rimessi in campo i 14 porti core - afferma, dando evidentemente credito all'ultima bozza del ministro Delrio, Antonio Cancian, presidente di Rete autostrade mediterranee
- mi auguro che nelle peggiore delle ipotesi ci si fermi a 14 senza aumentare ancora il numero delle nuove Autorità portuali».
«Finanziamenti Ue al porto di Trieste»
20 Giugno 2015