Ad introdurre la questione proprio il professor Fermeglia, che ha descritto proprio come una
“tempesta perfetta” ciò che ci attende con la combinazione della crisi su elementi come cibo,
acqua, energia e cambiamenti climatici: impossibile intervenire su uno di questi senza conseguenze
sugli altri. Una disamina tutt'altro che tranquillizzante, che si è soffermata sul crescente fabbisogno
di energia, sulla recente impennata dei gas serra, ma anche sulle possibili soluzioni a medio
termine con il ricorso all'energia solare e alle celle ad idrogeno.
Vittorio Torbianelli, professore di Economia all'ateneo triestino, ha invece introdotto le relazioni tra
riscaldamento globale e shipping, che incide per circa il 23% sul tanto temuto “effetto serra”, un
processo atmosferico – ha spiegato in seguito Alessandro Crise dell'Istituto nazionale di
Oceanografia e Geofosica sperimentale di Trieste – non di per sé negativo (mantiene la
temperatura del pianeta accettabile per la vita così come la conosciamo), ma preoccupante in
termini di crescita.
L'ingegner Luigi Matarazzo, direttore New building di Fincantieri spa, una delle eccellenze presenti
sul territorio assieme ad Università e O.g.s., ha illustrato l'impegno della società nella
progettazione navale, durante la quale addirittura si anticipano norme che verranno, in tema di
riduzione di emissioni e provvedimenti antinquinamento per le navi da crociera ma non solo. «Sono
già state messe in atto, negli ultimi anni, interventi per l'energy saving – ha spiegato Matarazzo –
e qualcosa è possibile fare anche in fase di refitting».
La relazione si è poi concentrata sul futuro con l'alimentazione Lng ed i costi connessi, le fuel cell e
la sterilizzazione delle acque di zavorra.
All'ingegner Giorgio Sulligoi, prorettore dell'Università di Trieste, è toccato chiudere la lista di
relatori, illustrando le nuove metodologie di progettazione per le attuali costruzioni navali,
spiegando l'importante ruolo che l'ateneo triestino svolge in tale contesto.
«Il tema è delicato e investe anche coscienze e comportamenti di ognuno di noi – ha concluso il
presidente del Propeller Club di Trieste, Fabrizio Zerbini – ma di certo a Trieste sono presenti
strutture di eccellenza che analizzano cause ed effetti, proponendo soluzioni e realizzando progetti
all'avanguardia proprio per combattere il cambiamento climatico».
CAMBIAMENTI CLIMATICI E SHIPPING, A TRIESTE SI STUDIA COME RIDURRE L’IMPATTO AMBIENTALE
17 Gennaio 2017